Nella terra di mezzo

Nella terra di mezzo
Il passaggio alla scuola media rappresenta per tutti i bambini l’inizio della pre-adolescenza. Il corpo cambia, improvvisamente e repentinamente; la voce, la postura, la forma fisica si trasformano in rapidi passaggi successivi, inizia la maturazione sessuale. Si tratta di una crescita disarmonica nell’età percepita come l’età dell’incongruenza, fisica e psicologica, segnata da una grande fatica a ritrovare un’armonia. Tanti incontri dedicati alla pre-adolescenza la descrivono come la ‘terra di mezzo’, la terra tra l’infanzia e l’adolescenza e il diventare adulti. Si tratta, insomma, di una ‘terra circondata’ da altre età della vita che si presume di comprendere meglio, apparentemente la si immagina come una ‘terra di transito’ ma di fatto è una terra che i nostri ragazzi tra i dieci e i quattordici anni abitano con tutta la potenza sprigionata dalle emozioni di un corpo che si trasforma e che si fatica a riconoscere. È l’età in cui iniziano, per tutti, gli interrogativi sulla propria identità e talvolta pare che i ragazzi si cerchino e non si trovino non riconoscendo più i confini abituali del proprio corpo bambino. ... È questa l’età in cui tanti ragazzi cominciano a contrapporsi scompostamente ai genitori, poiché è nella contrapposizione, nella creazione di una ‘distanza strappata’ dalla famiglia, che sembra possibile trovare se stessi, altri dai genitori, individui che hanno la possibilità di divenire autonomi. Si tratta di una tappa di crescita cruciale che richiede la massima collaborazione e cooperazione educativa, di continuità tra scuola e famiglia, proprio in un momento in cui i ragazzi assumono diverse sembianze a seconda dell’ambiente in cui si trovano. Loro si muovono, tanto, disordinatamente, maldestramente, talvolta con sofferenza; il dovere degli adulti dovrebbe essere quello di stare fermi e costituire un punto di riferimento, non invadente, non oppressivo, ma fermo, stabile, prevedibile. Loro procedono nella crescita a scatti, gli adulti dovrebbero salvaguardare una continuità e un’armonia tra il prima e il dopo. Quando non succede, quando la rete tra adulti non regge, sembra che la scuola non contribuisca più «[...] a inaugurare quel cammino di apprendimento e di ‘rinascita’ che Cyrulnik definisce efficacemente neo-sviluppo resiliente».