Riflessioni sulle conseguenze psico-emotive della pandemia in bambini ed adolescenti nell’epoca post COVID

Immagine per l'articolo di Fatima Uccellini sugli adolescenti post covid

Autrice: Dott.ssa Fatima Uccellini – Psicologa dell’età evolutiva, Psicodiagnosta, Mediatore Familiare e Didatta S.I.Me.F. (Società Italiana dei Mediatori Familliare), Specializzanda in Psicoterapia della Famiglia, del bambino  e dell’adolescente.

Il Covid questo ci ha insegnato: da un momento all’altro può scomparire tutto e non dobbiamo mollare ma continuare a vivere aggrappandoci ad uno spiraglio di luce e di libertà - Miriam, 13 anni

A più di 3 anni di distanza dall’inizio della pandemia causata dal Covid-19, appare chiaro come la salute mentale e il benessere delle persone siano state compromesse dall’emergenza sanitaria e dalle sue conseguenze.

In particolare, bambini ed adolescenti, come già evidenziato nel report delle Nazione Unite (United Nations, 2020), hanno subìto gravi ripercussioni per quanto riguarda soprattutto la sfera psicologica ed emotiva.

Come sempre accade, tali conseguenze sono maggiormente visibili oggi, a distanza di tempo, laddove l’emergenza – con il suo carattere traumatico, improvviso ed inaspettato – è terminata lasciando una lunga scia di disagi e sofferenze.

Il pensiero di un pericolo costante, invisibile ma reale, che arrivava dal contatto con gli altri – percepito da sempre come “buono e costruttivo” ed improvvisamente vissuto come “minaccioso e danneggiante” – ha contribuito senza dubbio a creare una serie di criticità e sintomatologie specialmente in adolescenza, epoca in cui la socialità rappresenta da sempre il terreno privilegiato per la sperimentazione personale e la ricerca di una propria identità. 

L’esperienza della socialità, bloccata, anzi, per un certo periodo addirittura proibita ha, di fatto, interrotto nei bambini e, soprattutto, nei preadolescenti e negli adolescenti lo sviluppo del senso di Sé positivo in relazione all’altro e della strutturazione di un sentimento stabile di auto-efficacia ed adeguatezza.

Conseguenze dell'isolamento nel periodo del COVID

Lo sconvolgimento di una routine quotidiana che offriva rassicurazione e stabilità, quella che la psicologa statunitense Ann S. Masten definisce la “straordinaria forza dell’ordinarietà” (2001, American Psychologist), ha inevitabilmente compromesso nei bambini e nei più giovani, così come negli anziani, il senso di stabilità interiore e di fiducia nel futuro.

Indubbiamente la pandemia ha minato proprio il sistema di relazioni e legami significativi con le altre persone fondamentale per il ruolo protettivo e supportivo che rappresenta nei riguardi dei soggetti in età evolutiva, con il risultato di rendere bambini ed adolescenti più indifesi e meno attrezzati di fronte alle avversità esistenziali.  

Inoltre, se da un lato a volte è accaduto che la famiglia isolata in casa abbia potuto rinforzare i legami e la capacità di rispondere alle criticità attraverso una sorta di resilienza collettiva dall’altro, in situazioni diverse, nel corso del lockdown, è anche accaduto che i figli abbiano subìto – senza potersi sottrarre in alcun modo – l’acuirsi della conflittualità e dell’intollerabilità alla convivenza forzata in coppie genitoriali in procinto di separarsi prima del Covid.

Il distanziamento sociale ha, per un lungo periodo, evitato l’interazione tra pari ed il contatto fisico, modificando drasticamente il modo di scambiarsi affetto e di stare insieme. Le rigide regole di contenimento del contagio ed i dispositivi di protezione individuale, seppur imprescindibili, hanno, di fatto, limitato gli scambi affettivi, relazionali e sessuali tra adolescenti, incrementando inevitabilmente l’attivazione di interazioni online, a distanza.

Al di là dei noti rischi dovuti all’utilizzo eccessivo di dispositivi tecnologici e della strutturazione di vere e proprie patologie di isolamento sociale (rappresentate nella loro forma estrema dal fenomeno degli Hikikomori), si può attualmente osservare nei bambini e negli adolescenti lo sviluppo di difficoltà e di resistenze emotive a relazioni “dal vivo” con i pari, ad una conoscenza diretta e ad un approccio più reale e fisico rispetto a quello virtuale e mediato dal PC o dal cellulare.

Post COVID e adolescenti

Il quadro della situazione degli adolescenti italiani nel periodo post COVID è stato illustrato nella VI Rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare).

L’indagine, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, ha coinvolto un campione rappresentativo, in tutte le Regioni, di giovani di 11, 13, 15 e 17 anni, per un totale di oltre 89.000 ragazzi e ragazze. La ricerca, condotta periodicamente ogni quattro anni, ha permesso la comparazione con lo stato di salute di un gruppo simile di adolescenti nel 2017-2018, consentendo così una stima degli effetti della pandemia sul loro stato di salute e sui loro comportamenti.

E’ risultata sensibilmente in calo la percentuale di ragazzi di entrambi i sessi che si dichiarano in buona salute rispetto alla precedente rilevazione del 2017-2018: poco meno della metà dei ragazzi e più dei due terzi delle ragazze riferisce di presentare spesso una serie di sintomatologie psicosomatiche (mal di testa, mal di stomaco, mal di schiena, tristezza, irritabilità, nervosismo, giramenti di testa e difficoltà nell’addormentamento) tali da necessitare il ricorso a farmaci.

Dal rapporto Riscriviamo il futuro – Dove sono gli adolescenti? La voce degli studenti inascoltati nella crisi, pubblicato da Save the Children nel gennaio 2021, emerge un quadro critico sia per quanto riguarda il benessere psichico che il rischio di dispersione scolastica: il 28% degli studenti ha dichiarato, infatti, che almeno un loro compagno di classe ,dal lockdown, avrebbe smesso di frequentare la scuola e per il 38% la didattica a distanza è stata un’esperienza negativa. Preoccupazione, irritabilità, incertezza, apatia e ansia sono tra i vissuti emotivi più frequenti descritti dagli adolescenti. Il 22% degli adolescenti intervistati tiene dentro di sé il peso di questi vissuti senza condividerlo con nessuno e per quasi un adolescente su due il 2020 ha rappresentato un “anno sprecato”.

In Italia, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Ministero dell’Istruzione ha promosso la prima ricerca scientifica a valenza nazionale sulle conseguenze del COVID su bambini ed adolescenti i cui dati sono stati presentati nel maggio 2022 nella pubblicazione Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi.  

Gli oltre 90 esperti (neuropsichiatri infantili, pediatri, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti e docenti) intervistati hanno riferito di aver osservato e diagnosticato tra gli adolescenti, a seguito del periodo COVID, disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa, bulimia e binge eating, con prevalenza nelle ragazze), ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo, alterazioni del ritmo sonno-veglia e ritiro sociale.

 In ambito educativo, poi, sono stati riscontrati disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico.

È stato, inoltre, registrato un aumento delle richieste d’aiuto per la dipendenza da uso di sostanze psicoattive, cannabinoidi e alcool.

Complessivamente, il 17% degli adolescenti ha riportato problemi di salute psicologica elevati, con valori più significativi per gli adolescenti provenienti da famiglie a maggior svantaggio socio-economico. Il background socioeconomico degli adolescenti è stato un fattore importante nel determinare l’impatto della pandemia con un rischio maggiore di vivere effetti negativi fra coloro provenienti da famiglie meno abbienti.

Conclusioni

E’ indubbio come la pandemia abbia ingenerato quella che i professionisti intervistati nella ricerca hanno definito un fenomeno di “emergenza in ambito della salute mentale” confermato da un incremento esponenziale delle richieste di aiuto al quale, in molti casi, sono corrisposte inadeguatezza e ritardo nelle risposte da parte delle strutture pubbliche.

Bambini, adolescenti e famiglie spesso, sono stati costretti a rivolgersi a professionisti privati a fronte di un impegno economico rilevante e difficilmente sostenibile, che ha aumentato le disuguaglianze sociali nella popolazione. Riflettiamo.

Bibliografia

Crepaldi Marco, Hikikomori. I giovani che non escono di casa, 2019 Alpes Italia.

Masten Anna S., Ordinary magic. Resilience processes in development,  2001, American Psychologist, vol.56 pg. 227-238

Vicari Stefano, Pontillo Maria, “Gli adolescenti e la pandemia”, 2022, Edizioni LSWR.