di Mattia Rosini
Il rischio di soffrire di disturbi del linguaggio è più alto per i bambini stranieri. A causa della peculiare situazione di bilinguismo in cui crescono. È l’allarme lanciato dalla Federazione Logopedisti Italiani (FLI), in occasione della Giornata europea della logopedia, che si terrà il 6 marzo, sotto lo slogan “Per tutte le lingue del mondo”. Il multilinguismo è una condizione che riguarda soprattutto i figli degli immigrati e le seconde generazioni, coinvolgendo in particolare i bambini (830mila alunni stranieri secondo gli ultimi dati del Miur). Circa 300mila di loro hanno fra i 6 e i 12 anni, un’età critica per quanto riguarda i disturbi del linguaggio. Spesso, però, questi disturbi vengono interpretati come semplici difficoltà di apprendimento, e il problema non viene affrontato. Proprio per rimediare a queste carenze, la FLI presenta delle linee guida per specialisti e famiglie. In modo da facilitare la gestione delle due lingue (la lingua madre, lingua del cuore, e la lingua acquisita) da parte dei più piccoli, evitando così il rischio di isolamento a scuola.
FLI – Raccomandazioni per il lavoro con i bambini bilingui scarica allegato
Fonte: West